di Rocco Panetta
Abbiamo da poco voltato l’ultima pagina del copione di un anno, il 2021, purtroppo ancora dominato dal monologo di un protagonista che tutti vorremmo eliminare o almeno silenziare, un po’ come Emily Blunt magistralmente nel film il Diavolo veste Prada invita Anne Hathaway a star zitta e sparire. E tuttavia, in questi dodici mesi, altri attori hanno lasciato un indiscusso segno sul palco della vita di cittadini ed imprese. In questo senso, non c’è dubbio che il mondo della privacy e quello della data economy sarebbero candidati per la statuetta da migliori attori non protagonisti.
Quanta privacy c’è nel covid-19
Per un verso, sono state proprio le vicende legate alle misure di prevenzione e contrasto al Coronavirus a portare in auge il tema della protezione dei dati, tanto nella collettività quanto nel reticolato di aziende e pubbliche amministrazioni. Pensiamo solo ai dibattiti su green pass e vaccini e all’impatto sulle relative norme sui luoghi di lavoro. Per altro verso, l’implacabile progresso dei mercati digitali ha ulteriormente stressato l’importanza di considerare attentamente la fenomenologia del trattamento e della valorizzazione dei dati. A tal riguardo, la sfida della regolamentazione dei margini di manovra delle grandi società di internet è l’esempio di sicuro più calzante. Completano il quadro le crescenti minacce cibernetiche ai patrimoni informativi pubblici e privati, forse il dato più d’impatto per una necessaria presa di consapevolezza circa il valore della sicurezza di dati e trattamenti.
Date queste premesse, il 2022 si prospetta allora come l’anno “swing” della data economy. Siamo infatti giunti ad un punto di inevitabile reazione rispetto alle innumerevoli sfaccettature di tal fenomeno. Alcuni processi sono stati già avviati, altri si spera potranno trovare compimento nei prossimi (dodici) mesi. Ciò che fin da oggi è certo è che nell’anno in corso si parlerà davvero molto di privacy e di dati, sperando poco a sproposito e più in maniera appropriata e costruttiva.
Ecco, dunque, quelli che a mio parere potranno essere i trending topic (con qualche auspicio) per il 2022.
Nuove regole europee per la data economy
Tra il 2020 e il 2021 le istituzioni dell’Unione Europea, ed in particolare la Commissione, hanno profuso sforzi quasi inediti per introdurre una serie di nuovi atti normativi volti a disciplinare il mutato scenario legato al digitale e all’economia dei dati. Un impegno che si è principalmente concretizzato in quattro proposte di regolamento presentate nell’arco di pochi mesi.
Con il Data Governance Act, il Digital Services Act, il Digital Markets Act e l’Artificial Intelligence Act l’UE si è dimostrata pronta a cambiare radicalmente le regole del gioco nel mondo della data economy. L’impatto potrà addirittura essere pari a quello raggiunto dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), ad oggi indiscusso punto di riferimento internazionale per il comparto data protection.
Il 2022 sarà dunque cruciale per l’approvazione di queste nuove regole.
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