Di Vincenzo Tiani
Nel processo legislativo europeo che porta un’idea a diventare una legge, come nel caso dell’Ai Act, per regolamentare l’intelligenza artificiale, ci sono diversi passaggi. Volendo essere concisi, funziona in questo modo: la Commissione europea – il braccio operativo dell’Unione europea – scrive la proposta e da quel momento il Parlamento europeo, l’organo legislativo direttamente eletto dai cittadini, e in parallelo il Consiglio, formato dai capi di stato e di governo, aggiungono, modificano, cancellano, parti del testo proposto offrendo la propria versione. Infine, le tre istituzioni iniziano il trilogo, in cui si confrontano per produrre una versione finale su cui ci sia l’unanimità.
L’11 maggio la commissione Imco-Libe del Parlamento europeo ha votato a favore degli emendamenti al testo della proposta dell’Ai Act, il futuro regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, su cui ci sarà il voto finale a Strasburgo, probabilmente il 14 giugno. Da quel momento inizieranno i triloghi, che si auspica finiranno entro la fine della legislatura, prima delle elezioni previste tra il 6 e il 9 giugno 2024.
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