di Rocco Panetta
È chiaro a tutti ormai che quella che ancora chiamiamo affettuosamente la privacy è un fondamento del business moderno, la chiave di volta della data economy. Da anni è cosi nei mercati più evoluti, da quello statunitense a quello anglosassone e ora anche in Asia. L’Europa se ne sta accorgendo e anche l’Italia, che però ancora arranca, tra malintesi, sottovalutazioni superficiali, iconoclastia della privacy. Proprio perché i dati sono diventati il pane quotidiano non c’è novità normativa che non contempli il tema dell’uso, della valorizzazione e protezione dei dati personali.
Il 2022 parte ad esempio con le nuove linee guida del Garante Privacy sui cookie, cui ancora molti non si sono adeguati. Un cambiamento necessario, in attesa del nuovo regolamento europeo e-privacy che da tempo giace a Bruxelles senza trovare una versione definitiva. Chi pensa che la gestione dei cookie non sia così rilevante dovrebbe sapere che nei soli ultimi due mesi il Garante francese ha comminato a tre big tech sanzioni per oltre 330 milioni di euro per essere stati poco chiari proprio nei banner dei cookie e il Garante europeo ha sanzionato il Parlamento europeo. Alla luce di queste novità è probabile che quest’anno i cookie non sfuggiranno alla lente dell’Autorità Garante italiana.
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