di Vincenzo Tiani
La Commissione europea ha presentato i tanto attesi Digital Markets Act (Dma) e Digital Services Act (Dsa). Quest’ultimo in particolare costituisce la proposta di un regolamento europeo che, una volta approvato – ci vorrà un po’ – andrà a cambiare le regole che disciplinano la responsabilità delle piattaforme online. Il regolamento europeo sostituirà la direttiva ecommerce del 2000,che ha permesso alle piattaforme che oggi conosciamo di crescere e prosperare negli ultimi vent’anni senza doversi preoccupare troppo dei contenuti caricati dagli utenti. Gli articoli 14 e 15 garantiscono loro una limitazione di responsabilità per i contenuti caricati dagli utenti fino a quando non ne vengano a conoscenza. Solo a quel punto sono obbligate a rimuovere il contenuto, mentre non si chiede loro di monitorare attivamente ciò che i loro utenti caricano.
Questo sistema ha funzionato bene per molto tempo ma è stato progettato in anni in cui gran parte delle piattaforme online che usiamo tutti i giorni non esisteva o era appena nato. Ma come ha più volte ricordato il commissario per il mercato interno, Thierry Breton, citando più o meno volutamente Spiderman, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Negli ultimi anni la Commissione ha chiesto alle big tech di aderire a un codice di condotta e pubblicare dei report periodici su come gestiscono la moderazione dei contenuti illegali e di hate speech.
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