“Le raccomandazioni pubblicate dall’European Data Protection Board costituiscono un passo decisivo per il recepimento dei principi espressi dalla sentenza Schrems II nella prassi quotidiana di tutte le imprese che trasferiscono dati all’estero”: con queste parole l’avvocato Rocco Panetta, tra i massimi esperti di diritto delle nuove tecnologie e di privacy a livello internazionale, commenta uno dei documenti più attesi nel settore della protezione dei dati personali da quando, lo scorso 16 luglio, la Corte di Giustizia Ue ha invalidato lo strumento giuridico sui cui si fondavano i trasferimenti di dati personali tra Unione Europea e Stati Uniti d’America.
Con le “Recommendations 01/2020 on measures that supplement transfer tools to ensure compliance with the EU level of protection of personal data”, pubblicate l’11 novembre e in consultazione pubblica fino a fine mese, le aziende potranno contare su una cassetta degli attrezzi da impiegare per effettuare trasferimenti di dati personali al di fuori dello Spazio Economico Europeo rispettando le prescrizioni del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (Gdpr).
Prima di entrare nel merito del provvedimento, l’avvocato Panetta – che è anche Country Leader per l’Italia e Membro del CdA della International Association of Privacy Professionals (Iapp) – ricorda che anche la Commissione Ue è recentemente intervenuta nella regolamentazione dei trasferimenti internazionali di dati pubblicando la bozza delle nuove Standard Contractual Clauses (SCC): “Le aspettavamo da tempo e non è un caso che arrivino a pochi mesi dalla sentenza Schrems II. Si tratta di un’altra importantissima notizia: il nuovo set di SCC, che prende in considerazione quattro diversi scenari (trasferimenti titolare verso titolare, titolare verso responsabile, responsabile verso responsabile, responsabile verso titolare) avrà di certo un notevole impatto sul mercato”.
Avvocato Panetta, per quali motivi queste raccomandazioni dell’Edpb sono così importanti?
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